giovedì 3 settembre 2015

Linee guida per una riforma della non autosufficienza: vincoli costituzionali e modelli di tutela

In un periodo di perdurante crisi economico-finanziaria come quello attuale, caratterizzato da una drastica riduzione delle risorse disponibili, diventa strategico investire sullo sviluppo di un modello volto a promuovere e proteggere le situazioni di maggiore disagio familiare, dovute alla necessità di confrontarsi con il fenomeno – in costante crescita, anche per via dell’inarrestabile invecchiamento della popolazione – della non autosufficienza. Questa è oggi senza dubbio una delle questioni più rilevanti dal punto di vista sociale, sanitario, lavorativo, economico e soprattutto di sostegno delle famiglie, che sconta una serie di problematiche, quali ad esempio: l’assenza di uniformità e organicità della disciplina sulla non autosufficienza; la frammentazione delle competenze; la prevalenza di trasferimenti monetari senza alcun collegamento con i servizi; l’impronta familistica e informale dell’assistenza. Un altro problema non poco preoccupante per la tenuta complessiva del sistema è legato alle sorti degli andamenti demografici, che vedono crescere considerevolmente il numero della popolazione anziana – e, dunque, anche non autosufficiente – nei paesi ricchi dove, a fronte della crescita dell’aspettativa di vita, si registrano livelli di natalità sempre più bassi. Il panorama demografico mondiale presenta pertanto profondi e crescenti squilibri tra aree del pianeta in grado di ripercuotersi sensibilmente sulle dinamiche economiche e politiche dei singoli paesi. Ciò comporta che in Italia, tanto per fare un esempio, la già fondamentale funzione delle strutture assistenziali è destinata a crescere di importanza, vista la marcia rapida e forzata di invecchiamento della popolazione. Ma, di pari passo, bisogna confrontarsi con un problema non di secondo piano, cioè il costo delle prestazioni socio-sanitarie che, oltre a essere di per sé particolarmente onerose, si rivelano spesso fonti di discriminazioni nelle possibilità di accesso. Basti pensare ai numerosi casi di familiari di persone ricoverate nelle case di cura che, per via della necessità di un immediato ricovero del proprio parente presso tali strutture, hanno finito con l’indebitarsi, «con l’esito paradossale di rendere la realizzazione di servizi sociali fattore scatenante di cadute in povertà». Ciò premesso, attraverso il presente lavoro ci si propone di individuare i presupposti costituzionali per un possibile intervento riformatore sulla non autosufficienza. In particolare, sarà necessario considerare le seguenti tipologie di vincoli: a) sostanziali, derivanti dalle fonti sovraordinate alla legge (vale a dire, le norme costituzionali e sovranazionali); b) istituzionali, inerenti i rapporti di competenza tra i diversi livelli di governo, con particolare riferimento al riparto di competenze legislative e amministrative tra Stato, Regioni ed enti locali; c) finanziari, che sono strettamente connessi ai vincoli istituzionali e fanno leva sull’esigenza di contenere la spesa pubblica. Inoltre, sarà indispensabile dare conto dei modelli di tutela della non autosufficienza attualmente vigenti, che inevitabilmente costituiranno i capisaldi della riflessione: non si potrà infatti prescindere dalla disamina dell’istituto dell’indennità di accompagnamento, l’unica misura autenticamente concepita come sostegno alla non autosufficienza, essendo erogata a prescindere dalle condizioni reddituali del soggetto percipiente; né si potrà omettere di considerare il ruolo sempre maggiore assunto dall’integrazione sociosanitaria, toccando tra l’altro il problema della compartecipazione alla spesa sociosanitaria, con specifico riguardo al riformato (e già stravolto da alcune recenti sentenze amministrative) Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE). Da ultimo, si accennerà alle modalità attraverso le quali la non autosufficienza è tutelata in altri Paesi (in particolare, Germania e Spagna), sottolineando infine il possibile ruolo che potrebbero assumere la mutualità e il welfare aziendale o contrattuale nell’ambito di un’eventuale proposta di riforma (rispetto alla quale si metteranno in rilievo le principali linee guida e i vincoli che, in ogni caso, dovranno osservarsi)... (segue)

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