giovedì 27 febbraio 2014

L’UE non fa sconti all’Italia di Renzi ma confida in Padoan

Italia ancora sorvegliato speciale dell'UE, che si aspetta molto dal governo Renzi e soprattutto dal neo-ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, in termini di crescita dell’economia e di riforme strutturali.
L’UE continua a tenere sotto controllo l’Italia e le riforme che il il nuovo Governo si appresta ad attuare. Secondo il Commissario Europeo, Olli Rehn, il neo-ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, sa che cosa fare per ravvivare la crescita essendo «autore di numerosi rapporti per aumentare la crescita dell’economia e sulle riforme strutturali». Le ultime indicazioni da parte dell’OCSE per l’Italia firmate da Padoan, in qualità di capo economista OCSE, sono state presentate proprio 24 ore prima che venisse nominato ministro dell’Economia e ora Rehn si aspetta che Padoan attui «in Italia le stesse indicazioni espresse in passato».
Intanto il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, sembra aver rinunciato allosforamento del 3% del rapporto deficit/PIL (limite imposto dall’UE) non avendolo inserito nel proprio programma né in Senato né alla Camera. Il motivo, dichiara il Premier è che «non è l’Europa a chiederci di tenere a posto i nostri conti. Lo dobbiamo ai nostri figli». Da sottolineare che Rehn, di fronte all’ipotesi di garantire uno sforamento del 3% all’Italia non si è dimostrato alquanto favorevole, sottolineando quanto il nostro Paese abbia già beneficiato più di altri dell’abbassamento dello spread sul debito sovrano tanto che il miglioramento della situazione nel 2014 e non l 2015 «riflette la circostanza che la spesa pubblica per interessi ha subito una sostanziale caduta»
FONTE PMI

martedì 25 febbraio 2014

Governo Renzi, la squadra economica

Ecco chi sono i nuovi ministri del Governo Renzi: focus sulla squadra economica: Padoan, Guidi, Poletti e Martina, oltre a Lupi, Galletti e Madia.


Padoan, Guidi, Poletti, Martina: è la squadra economica delGoverno Renzi, un Esecutivo da record per età media e presenza femminile ma più in linea con il passato per questo gruppo di Ministri – Economia, Sviluppo Economico, Lavoro e Agricoltura – anche a volerli valutare con il vecchio ma imperituro manuale Cencelli (non a caso molto citato nelle ultime cronache). Ma vediamo una breve presentazione dei ministri.
Economia
Pier Carlo Padoan è il pezzo da novanta dell’Esecutivo. L’Economista dovrà guidare il Ministero del Tesoro di un governo che punta molto sulle riforme economiche, in un momento in cui l’equilibrio fra crescita e austerity è particolarmente difficile. Uno dei pochi profili tecnici dell’Esecutivo Renzi, vanta in curriculum un passato accademico (Roma, La Sapienza), oltre a essere stato direttore esecutivo del FMI (Fondo Monetario Internazionale) e capo economista dell’OCSE. Abituato a sedere sui tavoli che contano, mentre il nuovo governo giurava al Quirinale era di ritorno dal vertice finanziario a Sydney del G20.
Sviluppo Economico
Federica Guidi è l’unica donna della squadra economica, anagraficamente tra i “giovani” (44 anni). Anche per lei un profilo tecnico, targato Confindustria: imprenditrice modenese (figlia di Guidalberto Guidi), è presidente dei Giovani Imprenditori di Viale Astronomia, in cui ha ricoperto altri incarichi. Laureata in legge, vanta esperienze lavorative anche nel mondo della Finanza. Dopo la nomina ha lasciato l’incarico di amministratore delegato nell’azienda di famiglia, la Ducati Energia.
Lavoro
Giuliano Poletti è anche lui un tecnico, con “bandiera” Legacoop, di cui è presidente oltre che di Alleanza delle Cooperative. Per lui lungo curriculum nel settore Agricoltura (anche come assessore) ed esperienze nel PCI. Rappresenta insieme a Padoan l’esperienza (62 anni). Ha già espresso parere positivo sul Jobs Act di Matteo Renzi, sul quale presumibilmente inizierà a lavorare da subito, visto che l’agenda del premier prevede al messa a punto entro marzo di un piano programmatico.
Agricoltura
Maurizio Martina: non è un tecnico ma un giovane (35 anni) politico del PD, già sottosegretario alle Politiche Agricole del Governo Letta e precedenti incarichi ai vertici del partito in Lombardia. Dopo la nomina ha pubblicato un post sul suo sito in cui anticipa il prossimo impegno su «sulle cose da fare, che sono tante, a partire dai grandi appuntamenti come l’Expo 2015».
Altri Ministeri
·         Infrastrutture: Maurizio Lupi (Nuovo centrodestra), riconfermato alla guida del dicastero;
·         Ambiente: Gian Luca Galletti (Udc), sottosegretario all’Istruzione del Governo Letta;
·         Pubblica Amministrazione: Marianna Madia (33 anni), fedelissima di Renzi.
Il 22 febbraio si è svolta la prima riunione del nuovo Cdm, durante la quale Graziano del Rio è stato nominato sottosegretario alla presidenza (in pratica è il vice di Renzi), mentre il 24 è il giorno della fiducia in Senato, seguita il 25 dal dibattito della Camera

lunedì 24 febbraio 2014

Equitalia, proroga sanatoria al 31 marzo

Approvato con emendamento al Salva Roma un rinvio a fine marzo, da confermarsi entro il 28 febbraio, assieme alla estensione della sanatoria Equitalia anche ai debiti tributari da ingiunzione fiscale.
Un mese di tempo in più per i contribuenti che vogliono aderire alla sanatoria Equitalia pagando le cartelle esattoriali senza sanzioni e interessi di mora: a prevedere un rinvio al 31 marzo del termine ultimo per l’adesione, è un emendamento alla legge di conversione del decreto Salva Roma (Dl 151/2013).
Proroga
La proroga ha ottenuto il via libera in Senato, in attesa di discussione alla Camera, ma è probabile che venga confermata, poiché il deceto deve essere convertito in legge entro fine mese. Ricordiamo che la scadenza per sanare le cartelle affidate a Equitalia è stata inizialmente fissata al 28 febbraio, mentre la proroga contenuta nel Salva Roma sposterebbe il termine di un mese (31 marzo).
Sanatoria Equitalia
La sanatoria è contenuta nella Legge di Stabilità (commi 618-623 dell’articolo unico) e si distingue dai condoni fiscali in quanto non prevede sconti sulle somme a ruolo, ma la sola agevolazione di non dover pagare anche sanzioni e interessi, a patto di regolarizzare le pendenze in un’unica soluzione.
L’emendamento approvato estende la sanatoria anche alle cartelle su debiti tributari derivanti da ingiunzione fiscale. Ricordiamo invece che non sono compresi i debiti contributivi, come ad esempio quelli pendenti con INPS e INAIL. In ogni caso, il versamento di regolarizzazione va effettuato utilizzando il bollettino F35.
Altre novità
Ricordiamo infine che il Decreto 151/2013 con l’emendamento di proporga della sanatoria Equitalia prevede anche una serie di altri importanti rinvii, tra cui lo slittamento della Web Tax a luglio e una novità di rilievo sul Bonus Mobili, in base alla quale la spesa per gli arredi può essere superiore a quella della ristrutturazione

 

giovedì 20 febbraio 2014

Cartella Equitalia: nulla la notifica del messo privato

Una nuova sentenza della Corte di Cassazione chiarisce i motivi per cui deve essere considerata nulla la notifica della cartella Equitalia avvenuta via messo privato.


La sentenzadella Cassazione n. 2035 del 30 gennaio 2014 chiarisce una nuova casistica in cui la notifica della cartella esattoriale Equitalia deve essere considerata nulla: quando la notifica avviene mediante servizio postale privato. La motivazione è che i messi privati non rivestono la qualità di pubblici ufficiali, quindi gli atti da loro notificati non godono della stessa presunzione di veridicità fino a querela di falso.

Questo significa che, se ricevuta tramite un servizio di posta privato,, la notifica non può avere lo stesso valore della raccomandata postale, considerata un atto pubblico ai sensi dell’art. 2699 del codice civile, le cui attestazioni godono della stessa fede privilegiata di quelle relative alla procedura di notificazione eseguita per il tramite dell’ufficiale giudiziario (Cass. 17723/06 – Cass. 13812/07). Si ricorda poi che per, quanto riguarda la la notificazione eseguita a mezzo del servizio postale, questa deve essere considerata eseguita nella data della spedizione mentre i termini che hanno inizio dalla notificazione decorrono dalla data in cui l’atto è ricevuto

martedì 18 febbraio 2014

Piano Garanzia Giovani contro la disoccupazione giovanile: presentato il rapporto a febbraio 2014

Sul sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e` stato pubblicato il "Programma italiano sulla Garanzia per i Giovani 2014-2020", che fotografa lo stato di avanzamento del "Piano Italiano Garanzia Giovani"(presentato nel dicembre del 2013 alla Commissione Europea) al 14 febbraio, confermando la possibilità che, subordinatamente agli accordi da siglare con le Regioni responsabili dell'attuazione delle varie misure, la Garanzia Giovani possa partire nel corso del primo trimestre di quest'anno. Il Piano Garanzia Giovani affronta una delle emergenze nazionali: la disoccupazione e l`inattivita` giovanile.

In particolare, il Rapporto pubblicato dal Ministero esamina gli aspetti operativi e si sofferma sullo stato di attuazione di molte misure che configurano questo Programma come un'ampia riforma strutturale del funzionamento del mercato del lavoro italiano, alla quale sono chiamate a partecipare le istituzioni responsabili dell'attuazione (Stato, Regioni, Province) e tutte le componenti della societa` italiana (imprese e organizzazioni sindacali, associazioni giovanili e del non profit, ecc.).

Clicca qui per leggere il Rapporto.

a cura di: AteneoWeb S.r.l.


Basta doppi incarichi negli enti pubblici


Approvato dal Consiglio dei Ministri del 31 gennaio 2014 un disegno di legge contenente disposizioni in materia di incompatibilità presso enti pubblici nazionali, in particolare per presidenti e amministratori. Il disegno di legge, che verrà trasmesso al Parlamento con procedura d’urgenza, è volto a colmare una lacuna normativa disciplinando il regime di incompatibilità per tutte le posizioni di vertice degli enti pubblici nazionali, prevedendo in particolare un regime di esclusività volto a prevenire situazioni di conflitto di interesse negli enti di notevole rilevanza.

Al via il processo tributario telematico

È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il regolamento del processo tributario telematico che diventa ora operativo: le novità.

Pubblicato in Gazzetta Ufficiale (serie generale, n. 37) il nuovo regolamento che disciplina il processo tributario telematico(Ptt) – definito dal Ministero dell’Economia e delle Finanze in attuazione di quanto previsto dall’articolo 39, comma 8 del dl n. 98/2011 convertito dalla legge n.111/2011 (Manovra Finanziaria 2011) – che diventa così operativo. Si tratta del nuovo regolamento che stabilisce le modalità di utilizzo deglistrumenti informatici e telematici nell’ambito del processo tributario e che si pone l’obiettivo di contribuire alla dematerializzazione dei flussi documentali, al miglioramento del servizio di giustizia tributaria nel suo complesso, alla riduzione di costi e tempi medi di durata del processo con benefici per tutti gli operatori di settore, all’efficientamento dell’attività giurisdizionale delle Commissioni Tributarie.

=> La nuova mediazione tributaria 2014

Processo tributario telematico

Da sottolineare che:
il processo tributario telematico rappresenta una facoltà e non un obbligo;
una volta iniziato in modalità telematicaesso dovrà proseguire in tale forma in tutti i gradi di giudizio, a meno che non venga conferito l’incarico ad altro difensore o che non si evidenzino specifiche difficoltà di ordine tecnico;
la disciplina del processo tributario non è stata modificata sono solo state previste disposizioni riguardanti le modalità di formazione e di trasmissione telematica degli atti processuali così da semplificare alcuni degli adempimenti processuali;

Adozione delle regole

Ora sono attesi uno o più decreti direttoriali per l’adozione delle regole tecnico-operative dell’informatizzazione del processo tributario e l’individuazione delle commissioni tributarie presso le quali troverà applicazione la nuova modalità. Per maggiori informazioni consulta il comunicato del MEF.

UN LEADER COSTRETTO A PRENDERE ATTO DEI TEMPI LUNGHI (Massimo Franco)

L’impressione è che pensi di farcela e possa riuscirci. Seppure in tempi un po’ meno brevi di quelli che aveva immaginato. Ma il Matteo Renzi emerso ieri dal colloquio di oltre un’ora col capo dello Stato, Giorgio Napolitano, è apparso teso, più asciutto e meno baldanzoso del solito. Segno che al Quirinale si è reso conto di quali e quante difficoltà l’incarico di formare il governo comporterà. È possibile che a fine settimana torni dal presidente della Repubblica e sciolga la riserva. Eppure, per ora la composizione del suo esecutivo rimane avvolta da una nuvola di nomi e insieme da una sostanziale incertezza.
Anche se il problema, ormai, non è se farà il governo, ma che forma prenderà. Dalla sua composizione si capirà se può davvero avere ambizioni di legislatura, come ha dichiarato ieri Renzi dopo l’udienza da Napolitano; e se riuscirà a imporre il livello di novità col quale nei mesi scorsi ha costruito la sua immagine di picconatore della vecchia nomenklatura politica. Saranno decisivi le caselle dell’Economia, sulla quale il segretario del Pd non potrà prescindere dai vincoli europei, e i dicasteri da distribuire agli alleati.
Ieri l’Ue si è fatta sentire, con il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, e il commissario agli affari economici, Olli Rehn. La richiesta è quella di un «vero europeista» all’Economia. La loro presa di posizione riflette la volontà di puntare sul governo Renzi ma anche di assicurarsi che non deragli dagli impegni già assunti. Difficoltà internazionali e interne si mescolano, inserendo un residuo di incertezza. Il Nuovo centrodestra di Angelino Alfano diffida dell’operazione che ha portato alle dimissioni di Enrico Letta, e delle manovre parlamentari con FI.
Il rapporto con il Ncd si è complicato. Per paradosso, dando l’impressione di potere sfruttare in Parlamento un sostegno berlusconiano, Renzi in qualche modo «costringe» Alfano a tenere duro. In più, le dichiarazioni al telefono fatte in confidenza e in buona fede ad un finto Nichi Vendola da Fabrizio Barca, uno dei candidati al ministero dell’Economia, hanno creato qualche imbarazzo. Accreditano, non si sa con quale fondatezza, una forte influenza del Gruppo Espresso-Repubblica nella scelta del ministro; e quella che Barca definisce «improvvisazione e disperazione» del presidente incaricato.

Si tratta di veleni sprigionati in una fase di passaggio rischiosa. E confermano le trappole che Renzi deve prepararsi a evitare. Avere additato quattro riforme radicali in quattro mesi su sistema elettorale, pubblica amministrazione, lavoro e Fisco, solleva molte riserve. Non c’è solo lo scetticismo degli avversari: si indovinano anche i dubbi di alcuni settori del Pd. Giovanni Toti, consigliere politico del Cavaliere, si chiede come Renzi riuscirà a realizzarle «avendo la stessa maggioranza politica, gli stessi dirigenti e gli stessi vincoli di bilancio che aveva il governo Letta». È una domanda legittima.

domenica 9 febbraio 2014

Fuggono in Africa con i soldi dell’Inps Tre indagati per truffa aggravata

by Corriere della sera
L’inchiesta della Procura di Padova sul fenomeno delle partite Iva per attività fantasma

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Richard Antwi l’ha pensata così: apro una partita Iva, chiedo i soldi allo Stato e scappo. Gli è andata bene. Ora è in Ghana, nel villaggio ashanti di Jamasi che aveva lasciato nel 1991, e con quei 29 mila euro punta forse a fare il principe. Stessa scelta ha per un suo connazionale, Oscar Owusu, anche lui ghanese, anche lui protagonista di un mordi e fuggi con le casse pubbliche che gli ha fruttato 28 mila euro, incassati e portati in fretta fra le colline della foresta pluviale dell’Africa nera, dicono gli inquirenti.

FINTO KEBAB - Mentre Youssef Mohamed avrebbe scelto il ritorno al suo deserto marocchino per ripartire da zero, o meglio, da quei 18 mila euro versati sul suo conto dall’Inps per finanziare un kebab che nessuno ha mai visto. Tre storie analoghe di altrettanti stranieri, forse solo i primi tre di una lunga lista nella quale potrebbero figurare anche vari italiani, come sospetta la procura di Padova dopo aver aperto in rapida successione diversi, distinti fascicoli. L’ipotesi è quella di una truffa colossale ai danni dello Stato italiano, sulla quale stanno indagando gli uomini della Guardia di Finanza coordinati dal pm Sergio Dini che ha deciso di passare al setaccio i registri delle partite Iva aperte negli ultimi anni per capire quanti sedicenti artigiani e imprenditori hanno ricevuto somme per ditte esistenti solo sulla carta ma di fatto fantasma. Negli uffici delle Fiamme Gialle stanno così affluendo i dati dell’Agenzia delle Entrate e delle Camere di Commercio che gli inquirenti dovranno incrociare.

LA LEGGE - In sintesi: Antwi, Owusu e Mohamed avrebbero ottenuto le somme dall’Inps in modo fraudolento, sfruttando un articolo una legge, la 223 del 1991, che consente l’erogazione di finanziamenti pubblici a chi rimane senza lavoro se avvia una nuova attività. La forma è quella dell’anticipo in blocco dell’indennità di mobilità che altrimenti sarebbe diluita nel tempo. Nel caso specifico stiamo parlando di tre extracomunitari regolari, che hanno lasciato i loro paesi perché lì non vedevano un futuro; tre uomini che hanno lavorato molto e pagato le tasse in Italia, che si sono fatti ben volere a Tombolo, Cittadella e Campo San Martino, nel Padovano, dove hanno vissuto a lungo e dove si sono integrati e dove Antwi ha pure ottenuto la cittadinanza italiana. Tre operai di tre diverse imprese che hanno poi vissuto un dramma comune: il licenziamento. Detto questo, bisogna anche dire che hanno deciso di chiudere la loro esperienza italiana interpretando in un modo decisamente riveduto e scorretto la legge: con una truffa e una fuga.

OSCAR IN GHANA - Partiamo da Owusu. Arrivato dal Ghana nel 1991, operaio della Gs engineering di Galliera Veneta fino al novembre del 2012, una volta ricevuta la lettera di licenziamento non ci ha pensato due volte: ha aperto la sua partita Iva per «commercio al dettaglio di abbigliamento ed accessori», ha quindi chiesto il finanziamento e ha atteso l’incasso. Tre mesi dopo i 28 mila euro erano sul suo conto. «E tre giorni dopo ha chiuso la partita Iva - scrive il magistrato nell’atto di conclusione delle indagini preliminari - percependo così una somma giustificata con l’avvio di un’attività autonoma in realtà insussistente». L’hanno cercato a casa ma Oscar Owusu era sparito. La signora Stragliotto, che abita nel suo stesso condominio di Tombolo, ne è certa: «Oscar lo conoscevo bene, sarà tornato in Africa un anno fa, dopo che l’hanno licenziato. Erano una persona seria, un grande lavoratore». La signora ignora naturalmente la storia del tesoretto. Ma le Fiamme Gialle hanno passato al setaccio i suoi conti e della nuova ditta non ha trovato traccia. «A quell’impresa individuale risultano intestato solo un bloccasterzo da 60 euro, alcuni detersivi e un bagnoschiuma».

ANTWUI E IL BAGNOSCHIUMA - Quasi fotocopia la storia di Richard Antwi, che sembra non conoscesse il suo connazionale. Anche lui operaio, anche lui licenziato a fine 2012, sposato, un figlio. Antwui ha aperto un’attività con questo oggetto: «Vendita di prodotti di pelletteria». Poi ha chiesto i suoi 29 mila euro che l’Inps gli ha accreditato il 18 marzo del 2013 per l’acquisto dei materiali e dei mezzi necessari alla start-up. Ma il 21 marzo Antwui chiude l’attività e scompare. «Saranno sette otto mesi che non lo vedo più - ricorda Renzo Baretta, vicino di casa - So che la moglie e il figlio se n’erano andati prima di lui, in Inghilterra. Li avrà raggiunti lì (per gli investigatori è invece più probabile in ritorno al villaggio ghanese, ndr)». Alla sua impresa di pelletteria risulta intestato un solo acquisto: «Per flaconi di bagnoschiuma». Dieci euro. Che è più o meno la stessa cifra scovata nei conti del kebab di Youssef. In definitiva, sarebbe andata così: il terzetto si è ritrovato improvvisamente per strada, con moglie e figli da mantenere, ha visto l’opportunità offerta dalla leggina, che un po’ suggerisce l’inganno, e ha proceduto.

IL RE DI JAMASI - «Una norma stravangante - l’ha definita lo stesso pm - che consente anticipi medi di 20 mila euro aprendo una semplice partita Iva. Lo spirito sarebbe anche giusto se la cultura fosse quella della legalità. Ma siccome così non è, bisognerebbe almeno rafforzare i controlli preventivi. E così deve intervenire repressivamente la magistratura». Gli inquirenti sorridono immaginando Antwi in una reggia fra le palme e i mango del Ghana. Sarà lui, l’italiano Richard Antwui, il nuovo re di Jamasi.

06 febbraio 2014