lunedì 20 dicembre 2010

Federalismo fiscale: approvati dal governo tutti i decreti attuativi

Per consentire il consolidamento ed il monitoraggio dei conti pubblici, nonché il miglioramento della raccordabilità dei conti delle amministrazioni pubbliche con il Sistema europeo dei conti nazionali nell'ambito delle rappresentazioni contabili, le amministrazioni (Regioni, comuni, province, città metropolitane, comunità montane, comunità isolane e unioni di comuni), adottano un comune piano dei conti integrato. Il piano è ispirato a comuni criteri di contabilizzazione, ed è costituito dall'elenco delle articolazioni delle unità elementari del bilancio finanziario gestionale e dei conti economico-patrimoniali, definito in modo da consentire la rilevazione unitaria dei fatti gestionali. L'elenco dei conti economico-patrimoniali comprende i conti necessari per le operazioni di integrazione, rettifica e ammortamento, effettuate secondo le modalità e i tempi necessari alle esigenze conoscitive della finanza pubblica. Allo scopo di assicurare maggiore trasparenza delle informazioni riguardanti il processo di allocazione delle risorse pubbliche e la destinazione delle stesse alle politiche pubbliche settoriali, e per permettere la confrontabilità dei dati di bilancio in coerenza con le classificazioni economiche e funzionali individuate dai regolamenti comunitari, le amministrazioni pubbliche adottano uno schema di bilancio articolato per missioni e programmi che evidenzi le finalità della spesa. Sono delineati anche particolari aspetti legati alla contabilità sanitaria e finalizzati alla trasparenza dei conti del settore ed alla responsabilizzazione degli enti preposti.
Leggi Dossier “Armonizzazione sistemi contabili e schemi bilancio di Regioni, Province ed enti locali”

mercoledì 15 dicembre 2010

Federalismo fiscale: rischio fallimento per amministratori con conti in rosso

Inventario di fine mandato e fallimento politico per gli amministratori che non hanno i conti a posto. Queste le novità contemplate dallo schema di decreto approvato in via preliminare dal Consiglio dei ministri il 30 novembre 2010 in attuazione della legge 5 maggio 2009 n.42, recante “Meccanismi sanzionatori e premiali relativi a Regioni, Province e Comuni”. Obiettivo del decreto: introdurre una maggiore responsabilizzazione e trasparenza del governo delle autonomie territoriali. Secondo lo schema di decreto, che prima dell’approvazione definitiva deve acquisire i pareri previsti dalla legge, il Presidente di Regione, il Presidente di Provincia e il Sindaco, in vista delle elezioni, devono redigere un inventario di fine legislatura o mandato, consistente in una rendicontazione certificata, per informare i cittadini sullo stato di salute degli enti locali (a partire dalla spesa sanitaria delle Regioni). In presenza di risultati non in linea con gli obiettivi assegnati, è previsto il “fallimento politico” del Presidente di Regione, di Provincia e del Sindaco, con sanzioni come: decadenza automatica; interdizione per dieci anni da qualsiasi carica in enti pubblici; ineleggibilità per dieci anni; restituzione da parte del partito, lista o coalizione di appartenenza, del 30% del contributo elettorale incassato. Sanzioni altrettanto pesanti sono previste per assessori e direttori generali e amministrativi. Nei confronti, invece, delle Amministrazioni che abbiano rispettato il patto di stabilità e forniscano buoni risultati nella lotta all’evasione fiscale: se hanno contribuito agli accertamenti, potranno incassare fino al 50% delle maggiori somme riscosse a titolo definitivo di tributi statali.
Dossier “Premi e sanzioni con il federalismo fiscale”

lunedì 6 dicembre 2010

LA SCOMPARSA DELLA GRANDE INDUSTRIA IN ITALIA

(E A TORINO IN PARTICOLARE)

Il convegno organizzato da Labouratorio Buozzi a Torino sabato 27 novembre ha avuto, per quantità di partecipanti e qualità degli interventi, un carattere quasi seminariale di notevole interesse.
I tre relatori (Brunazzi, Revelli e Renzi) introdotti da un intervento ampio e incisivo di Allamano, hanno richiamato il dato storico costituito dalla scomparsa, negli ultimi trenta/quarant’anni, della grande industria in Italia.
I primi due interventi hanno sottolineato le fasi storiche di tale fenomeno, del resto lucidamente già descritto da Luciano Gallino in suo saggio del 2003 e anticipato da un breve saggio altrettanto anticipatorio di Giuseppe Berta del 1997.
Renzi ha invece analizzato la vicenda storica della Olivetti, anzi, l”olivetticidio”, come lo ha argutamente definito quale caso emblematico del catastrofico abbandono di una industria decisiva per la modernizzazione e la competitività dell’industria italiana sulla scena internazionale.
Tutti i relatori hanno convenuto che a determinare tale catastrofe economica, sociale e culturale, in realtà a lungo minimizzata e mistificata nell’informazione pubblica corrente, hanno contribuito vari fattori. Alcuni oggettivi, in quanto scaturiti dalle mutate condizioni
dell’organizzazione del lavoro a livello mondiale, della struttura dei mercati, delle formidabili innovazioni tecnologiche, dal ruolo egemonico assunto dal capitalismo finanziario rispetto a quello produttivo; altri soggettivi, dipendenti da un deficit di cultura industriale dei tre principali attori del processo economico, e cioè gli industriali stessi, i sindacati e la classe politica nel suo
insieme, tanto di governo che di opposizione, quale si è avvicendata nelle diverse espressioni partitiche nel corso del trentennio trascorso.
In particolare, fondamentale è risultata l’assenza di una visione strategica del ruolo di alcuni settori industriali decisivi (informatica, elettronica, chimica, energetica, farmaceutica, aviazione civile) nel determinare la modernizzazione economica del sistema paese e non per caso scomparsi dalla scena produttiva o comunque drasticamente ridimensionati o frammentati in funzioni subalterne.
A ciò ha potentemente contribuito l’affermarsi di quel “pensiero unico” neo e ultra-liberale, dogmaticamente monetarista, che ha pesantemente contaminato e contagiato in tutta Europa anche gran parte dei partiti, degli esponenti politici, sindacali e intellettuali tradizionalmente ascrivibili alle tradizioni socialiste e socialdemocratiche.

sabato 27 novembre 2010

Elezioni Sindaco milano informazioni on-line


oPrimarie 14 novembre: rispettato il tetto di spesa
Il Comitato Organizzativo e i Rappresentanti dei candidati presenti hanno approvato all’unanimità il verbale della Commissione elettorale ufficializzando i dati riguardanti le, elezioni primarie del 14 novembre.Voti validi 67.293,...
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oBuon compleanno Letizia Moratti
Il 26 novembre 2010 il sindaco di Milano, Letizia Moratti , ha compiuto gli anni. Il taglio della torta con le candeline rinviato a lunedì.leggi tutto
oPer Comunali Milano Moratti vuole liste civiche ma Pdl frena
E' tattica per intercettare elettori disaffezionati a politica-Liste civiche accanto a quella del Pdl per la sua corsa al bis a Palazzo Marino: le propone il sindaco di Milano Letizia Moratti, ma il Pdl frena... Leggi tutto
oMilano 2011/ Albertini: Su candidatura decido tra 7 e 14 dicembre
"Aspetto risposte, Fini-Casini-Rutelli dovranno decidere""La mia candidatura a sindaco di Milano? Decido tra Sant'Ambrogio e il 14 dicembre". leggi tutto
oComunali, Lega Padana candida Pagliarini
«L'ex esponente del carroccio concorrerà alle prossime elezioni comunali nelle fila della Lega Padana. I punti salienti del suo programma...leggi tutto
oPrimarie 14 novembre: rispettato il tetto di spesa
Il Comitato Organizzativo e i Rappresentanti dei candidati presenti hanno approvato all’unanimità il verbale della Commissione elettorale ufficializzando i dati riguardanti le, elezioni primarie del 14 novembre.Voti validi 67.293,... leggi tutto

lunedì 22 novembre 2010

Federalismo fiscale: via libero definitivo al decreto sui fabbisogni standard


Il decreto legislativo sui fabbisogni standard di regioni, province e comuni è stato approvato in via definitiva dal Consiglio dei ministri del 18 novembre scorso.

Spesa storica e fabbisogni standard, efficienza dei servizi e risparmi di spesa, è su questi parametri che nei prossimi anni si potrà valutare l'attuazione concreta del federalismo fiscale nei servizi erogati dalle amministrazioni pubbliche.

Il processo di determinazione dei fabbisogni standard punta a soddisfare le esigenze dei cittadini promuovendo un uso più efficiente delle risorse pubbliche. Per valutare l'efficienza, l'efficacia e l'adeguatezza dei servizi erogati al fine di migliorarli a vantaggio di cittadini ed imprese servono però indicatori significativi. Il procedimento di individuazione di questi indicatori è affidato alla Società per gli studi di settore-Sose, con la collaborazione di altri soggetti qualificati, come l'Ifel, l'Istat e la Ragioneria dello Stato. La determinazione dei fabbisogni standard per regioni, province, comuni e città metropolitane rappresenta dunque un passaggio fondamentale nel percorso di attuazione del federalismo fiscale. L'avvio della fase transitoria per il superamento della spesa storica è prevista a partire dal 2012 e terminerà nel 2017. Il passaggio sarà graduale per gruppi di funzioni, le quali vengono individuate in via provvisoria dal decreto sui fabbisogni standard in attesa del varo della Carta delle Autonomie.

Il fabbisogno standard sarà determinato con riferimento a ciascuna funzione fondamentale, ad un singolo servizio, o ad aggregati di servizi, in relazione alla natura delle singole funzioni fondamentali.


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mercoledì 17 novembre 2010

Le Fiamme Gialle alla caccia di dipendenti pubblici con il secondo lavoro non autorizzato

«Trasparenza: inviata la Guardia di Finanza presso gli Enti che non hanno comunicato consulenze e incarichi esterni»
Nell’ambito dell’ “Operazione Trasparenza” si è conclusa l’indagine che da metà gennaio l’Ispettorato del Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione ha condotto su un campione di circa un centinaio tra Enti pubblici nazionali ed Enti locali che, al 31 dicembre 2009, non avevano adempiuto alla comunicazione al Dipartimento Funzione pubblica dei dati relativi agli incarichi e consulenze attribuiti nel 2008.
Sotto osservazione, anche alcune Università e il CONI, a cui è stata richiesta documentazione integrativa.
Secondo la Relazione sullo stato della pubblica amministrazione consegnata in questi giorni al Parlamento, nel 2009 sono state 779 le indagini svolte. Risultato: per circa la metà degli accertamenti il secondo lavoro non era autorizzato.
L'importo delle multe versato alle Agenzie delle Entrate dai committenti, cioè i datori del secondo lavoro, è stato complessivamente di oltre 11.206.671,32. Mentre le somme indebitamente percepite dai dipendenti sono state pari a 9.312.229,32 e che, recuperate dalle amministrazioni di appartenenza, sono andate a rimpinguare i fondi di produttività in favore del personale.
Continua, dunque, ad essere elevato il numero delle violazioni.
Il dipendente pubblico non può svolgere un altro lavoro subordinato o autonomo se non autorizzato.
Il via libera dall'ufficio dove è impiegato è condizionato a due precise circostanze: che non si incorra nelle incompatibilità previste dalla legge (come per l'attività libero professionale), e non ci sia conflitto d'interessi.
Nei casi di violazione più grave è previsto anche il licenziamento.
Escluse, naturalmente, le attività svolte gratuitamente presso associazioni di volontariato.

lunedì 18 ottobre 2010

Pubblica amministrazione, boom di cause. Nel 2009 210mila ricorsi contro i ministeri

(Adnkronos)
«Oltre 12 mi-la le cause intentate contro il ministero dell'Istruzio-ne»
«Per il dicastero dell'Economia e per il Viminale 45mila ricorsi all'anno. Seguono quelli contro la Giustizia e la Pubblica istruzione. Per ogni legale dello Stato in media 5000 cause all'anno da seguire»
Roma, 17 ott. (Adnkronos) - Montagne e montagne di cause, ricorsi e contenziosi assediano le pubbliche amministrazioni. Una mole di faldoni che aumenta di anno in anno e che sommerge l’Avvocatura generale e le Avvocature distrettuali dello Stato.

«Guardando ai numeri, rielaborati dall'Adnkronos, il primato spetta ai contenziosi contro il ministero dell'Economia e contro quello dell'Interno: gli atti legali contro il Viminale hanno superato la soglia di 46.000 nel 2009, passando dai 36.740 del 2007 ai 46.024 del 2009, mentre all’indirizzo di via XX Settembre sono arrivate 40.985 cause l’anno scorso, dopo il picco di 44.269 nel 2008 e le oltre 43 mila cause del 2007. Ma numerosi sono anche i ricorsi contro il ministero della Giustizia trattati dall'Avvocatura, anche se si tratta di circa la metà, nel 2009 infatti le cause sono state 20.434 (17.775 nel 2008 e 15.709 nel 2007).
E, ancora, oltre 12 mila le cause intentate contro il ministero dell'Istruzione e sopra alle 11 mila (11.517) quelle inoltrate contro il ministero della Difesa. Complessivamente, l’anno scorso all'Avvocatura generale, che rappresenta una sorta di mega 'difesa d’ufficio’ per la Pubblica amministrazione, sono arrivate 209.978 pratiche contro le 207.882 del 2008 e le 200.458 del 2007 per un costo complessivo di 164 milioni di euro l'anno e di 785 euro in media per singola causa. Un trend in crescita dopo un paio di anni di calo, dovuto al passaggio di competenze sulle cause 'invalidi', circa 15.000, dall'Avvocatura all'Inps e che ha indotto l'ente previdenziale, è notizia di questi giorni, a cercare migliaia di legali esterni. L'’offensiva’ contro la Pa parte da centinaia di migliaia di ricorrenti, a cominciare dagli stessi dipendenti che intentano cause di lavoro pubblico, a chiunque altro, privati o società, che rivendichi inadempienze, vanti crediti, ecc. Continui attacchi dai quali ministeri, enti pubblici, prefetture, università, regioni, pubbliche amministrazioni centrali e periferiche devono difendersi per legge.
Una fucina continua di cause che ingorgano la macchina. E infatti i 370 avvocati e procuratori dello Stato hanno tantissimo lavoro da smaltire e da programmare. Solo a Roma infatti, è stato calcolato che ogni legale ha all'attivo una media di 5.000 cause l’anno da seguire, tra giudizi pendenti che possono durare anche otto anni (se la causa passa per tutti e tre i gradi di giudizio fino alla Cassazione) e nuove assegnazioni, oltre 350 l’anno. Uno sproposito se si pensa che un avvocato del libero foro nella capitale segue circa 80 cause nell’arco di un anno, e già non è poco. Dai dati dell'Avvocatura Generale dello Stato si evince inoltre che il contenzioso più frequente è relativo ai Rapporti di Diritto pubblico, ossia ricorsi al Tar o davanti al giudice ordinario di argomenti assai diversi. Nel 2009 sono stati oltre 51 mila con una netta prevalenza a Roma (9.781); al secondo posto figura Palermo con oltre 5.000 cause di questo tipo. Si tratta di ricorsi i più vari: dalle acque pubbliche alle espropriazioni, da quelli sui farmaci all'organizzazione della Pubblica amministrazione, e ancora sul Demanio, sulla Tutela della Privacy, su contributi e aiuti dello Stato alle imprese e perfino sulle quote latte. Sempre a Roma molto consistente è il numero di contenziosi sul fisco, sostanzialmente contro il Ministero Economia e Finanze, innanzi alle Commissioni Tributarie, sempre nel 2009 sono arrivati 9.614 ricorsi. A livello generale un grande corpus di cause è rappresentato dalle ‘Depenalizzazioni’, ovvero le opposizioni contro vari tipi di sanzioni, quali le multe agli automobilisti, le sanzioni sul lavoro e anche valutarie: sono al secondo posto con 44.137 atti nel 2009. Al terzo, con 25.935 cause figurano i contenziosi sulla legge Pinto (richiesta di danni su su giudizi che durano troppo tempo) e al quarto con 22.291 i contenziosi sul Pubblico impiego, cioè le cause in materia di lavoro pubblico da parte dei dipendenti delle amministrazioni statali.
Quanto al contenzioso sul lavoro del Pubblico impiego, vale la pena soffermarsi sul fatto che l'Avvocatura Generale dello Stato, avvalendosi dell'art.417-bis c.p.c., devolve una parte delle cause meno importanti alle singole Amministrazioni che si difendono con i propri funzionari, mentre cura direttamente le cause più importanti. Nell'ultimo anno, dal 1 ottobre 2009 al 30 settembre 2010 sono state esaminate da questo ufficio 495 cause, un po' meno rispetto alle 507 dell'anno precedente (1 ottobre 2008, 30 settembre 2009). Moltissime sono poi le cause che riguardano i dipendenti pubblici non contrattualizzati davanti al Giudice amministrativo che sono trasmessi dall'Avvocatura dello Stato al Servizio per gli affari legali per acquisire eventuali elementi a difesa delle amministrazioni: anche in questo caso si è avuta una leggera flessione nei due periodi presi a riferimento, da 634 nel 2008-2009 a 530 nel 2009-2010. Questo ufficio della Presidenza del Consiglio, oltre che esaminare i contenziosi più rilevanti in materia di pubblico impiego, tratta anche numerosi contenziosi amministrativi: si tratta dei ricorsi straordinari al Presidente della Repubblica proposti, in materia di lavoro, dai dipendenti delle pubbliche amministrazioni. Questi ricorsi vanno in genere istruiti dai Ministeri ma per alcune pubbliche amministrazioni che non hanno un Ministero di riferimento (come le Regioni e le Autorità indipendenti) l'istruttoria viene effettuata appunto dal Servizio per gli affari legali e del contenzioso. Terminata l'istruttoria il ministro per la Pubblica amministrazione, su parere del Consiglio di Stato, propone al Presidente della Repubblica la decisione del ricorso. Quanto ai ricorsi straordinari, nel medesimo periodo, si è assistito ad un incremento da 114 nel 2008-2009 a 127 nel 2009-2010. In totale, comunque, nel 2009 le cause trattate dal Servizio per gli affari legali e del contenzioso sono state 1.557 in lieve flessione rispetto alle 1.680 dell'anno precedente».
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giovedì 14 ottobre 2010

IUniScuoLa: i post della settimana più letti



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    CONCORSO PER ESAMI E TITOLI PER IL RECLUTAMENTO DI DIRIGENTI SCOLASTICI CONCORSO PER ESAMI E TITOLI PER IL RECLUTAMENTO DI DIRIGENTI SCOLASTICI PER LA SCUOLA PRIMARIA, SECONDARIA DI PRIMO GRADO, SECONDARIA DI SECONDO GRADO E PER GLI ISTITUTI EDUCATIVi leggi tutto
  • Giro di vite sulle invalidità
    *Pubblicato il regolamento di attuazioneUn mese di tempo per inviare la certificazione originale ( nota Tuttoscuola)IUniScuoLa : Ecco il Regolamento*leggi tutto
  • Esame di Stato a.s. 2010/2011
    Termini e modalità di presentazione delle domande di partecipazione dei candidati interni ed esterniIUniScuoLa : ecco la C.M. n. 85 Prot. 7234 -13 leggi tutto
  • NEWS su novità per buonuscita «Circolare n.17 del 8 ottobre 2010»
    IUniScuoLa: Ecco la Circolare n.17 del 8 ottobre 2010 leggi tutto
  • Sagra delle Castagne,Eventi ottobre 2010
    Castagnata Alpina E POLENTA TARAGNA da: 23/10/2010 a: 24/10/2010 Lombardia
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  • Progetto di accoglienza turistica per i gruppi scolastici nella città di Ravenna - *Clicca sulla mappa per ingrandire*L'attività di erogazione del servizio GRATUITO si svolge,* leggi tutto
  • «Cittadini :: Attuazione Patto territoriale sui precari della ...... stato sottoscritta l’integrazione al Patto Territoriale per i Precari Scuola del ... oppure uno o più rinnovi sul medesimo posto, fatti salvi eventuali diversi ...» leggi tutto
  • IUniScuoLa.Formazione pubblico impiego: risparmio ed efficienza nelle nuove linee guida - * [A partire dal 2011, le amministrazioni debbono ridurre del 50% rispetto al 2009
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    Scuola - al via interventi per messa in sicurezza edifici- *....
    , ‘’per la prima volta risorse erogate direttamente da Comuni e Province’’; ..., ‘’ora auspicabile rapida assegnazione secondo piano stralcio’’* ... leggi tutto
  • Federalismo, ..): siamo alla tassa sulla miseria - *"Con i decreti approvati dal Consiglio dei Ministri leggi tutto
  • Pensioni: Inpdap, abolire in p.a. Limite 65 anni e 40 contributi - *IUniScuoLa.*Inpdap, suggerisce di aumentare il periodo di... leggi tutto

sabato 9 ottobre 2010

Federalismo fiscale,uno schema di decreto legislativo

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Leggi «AUDIZIONE DEL RAGIONIERE GENERALE DELLO STATO sullo schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di determinazione dei fabbisogni standard di comuni, città metropolitane e province»

IL Consiglio dei Ministri in data 07/10/2010 ha approvato uno schema di decreto legislativo di attuazione della legge n.42 del 2009 in materia di federalismo fiscale, concernente l’autonomia di entrata per le Regioni a statuto ordinario e le province ubicate nel loro territorio, nonché la determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario.
Sono in particolare disciplinate la soppressione dei trasferimenti statali di parte corrente con carattere di generalità e permanenza, la compartecipazione delle medesime Regioni al gettito dell’IVA, l’addizionale regionale all’IRPEF e l’IRAP, che le Regioni possono ridurre fino all’azzeramento.
Sono inoltre individuate le fonti di finanziamento delle province, nonché i meccanismi perequativi. Viene poi disciplinata, a decorrere dall’anno 2013, la determinazione dei costi standard e fabbisogni standard per le Regioni nel settore sanitario.
Sul provvedimento, l’esame del quale era già stato avviato dal Consiglio lo scorso 7 settembre, dovranno essere acquisiti l’intesa in sede di Conferenza unificata (in cui proseguirà l’interlocuzione già avviata con le autonomie) nonché i pareri della Commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo e delle altre Commissioni competenti per materia;
leggi tutto

venerdì 24 settembre 2010

FEDERALISMO FISCALE: ROMA CAPITALE HA LE SUE REGOLE

Il 17 settembre 2010 il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto su Roma Capitale (attuativo della delega contenuta
nell’art. 24 della legge sul federalismo fiscale, n. 42 del 2009), pubblicato sulla GazzettaUfficiale n. 219 del 18 settembre, a ridosso del 140esimo anniversariodella breccia di Porta Pia che si celebra il 20 settembre.
Il decretoconfigura l’ordinamento provvisorio e finanziario di Roma capitale,in attesa dell’attuazione della disciplina delle città metropolitane. La differenziazione del ruolo della Capitale d’Italia dagli altri Comuni implica particolari profili di “governance” del territorio della città, in attuazione all’articolo 114, comma terzo, della Costituzione, che riserva a legge dello Stato il compito di definirne l’ordinamento.
Nasce, così, l'ente territoriale “Roma capitale”, dotato di una speciale autonomia, cui sono attribuite, oltre a quelle svolte attualmente,ulteriori funzioni amministrative, relative alla valorizzazione dei benistorici, artistici e ambientali, allo sviluppo del settore produttivo edel turismo, allo sviluppo urbano, all’edilizia pubblica e privata,ai servizi urbani, con particolare riferimento al trasporto pubblico edalla mobilità, e alla protezione civile.
Il decreto legislativoreca la disciplina degli organi di governo di Roma capitale, individuatinell’Assemblea capitolina, nella Giunta capitolina e nel Sindaco.
leggi Roma capitale, il decreto con il nuovo ordinamento

venerdì 17 settembre 2010

"Più Movimento ...Più Vita"

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Oggi Venerdì 17 settembre 2010


Arena Civica: Camminata non Competitiva dei Centri Socio Ricreativi Culturali




In pista 24 soci del Centro Socio Ricreativo Culturale "Boscovich"
di Via Boscovich, 42- Milano
















Due ore di esercizio fisico particolarmente utile in quanto:



  • ritarda l'invecchiamento;


  • previene l'osteoporosi;


  • contribuisce a prevenire la disabilità;


  • contribuisce a prevenire la depressione e la riduzione della facoltà mentali;


  • contribuisce a ridurre il rischio di cadute accidentali migliorando l'equilibrio e la coordinazione
Programma



09,30 Ritrovo all'Arena Civica
10,00 Riscaldamento
10,30 Partenza

12,00 Arrivo previsto



12,30 servizio ristoro
13,30 Intrattenimento musicale e danzante
16,30 Conclusione della manifestazione


saluto dell'assessore alla Famiglia, Scuola e Politiche Sociali Mariolina Moioli

martedì 14 settembre 2010

Assenze dal servizio per malattia dei pubblici dipendenti


E' stata pubblicata la CIRCOLARE 19 luglio 2010, n.8 della PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI DIPARTIMENTO DELLA FUNZIONE PUBBLICA nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana-Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato -Serie Generale n. 210 del 08-09-2010

IUniScuoLa: Ecco la circolare
"Assenze dal servizio per malattia dei pubblici dipendenti"


Alle Amministrazioni pubbliche di
cui all'art. 1, comma 2, del
decreto legislativo n. 165 del 2001

IL MINISTRO
per la pubblica amministrazione e l'innovazione

Come noto, uno degli obiettivi perseguiti dall'inizio del mandato
e' stato quello della riduzione del fenomeno dell'assenteismo nelle
pubbliche amministrazioni, ricercato sia attraverso l'introduzione di
misure normative sia mediante la diffusione della cultura della
trasparenza, finalizzata ad evidenziare buone e cattive prassi.
. Nel corso del secondo anno, fino al mese di giugno 2010, le
assenze registrano, rispetto ai valori prevalenti prima dell'entrata
in vigore della norma, una riduzione media dei giorni di assenza per
malattia pro-capite del 31,1% .
E' utile richiamare innanzi tutto le indicazioni gia' fornite in
passato sull'argomento, che sono contenute nelle circolari n. 7 e 8
del 2008 e 7 del 2009, facendo presente che la loro lettura deve
tener conto della normativa successivamente intervenuta e, in
particolare, del decreto ministeriale 18 dicembre 2009, n. 206,
recante «Determinazione delle fasce orarie di reperibilita' per i
pubblici dipendenti in caso di assenza per malattia.». L'entrata in
vigore di tale decreto rende peraltro superata la circolare n. 1 del
2009, relativa alle fasce orarie di reperibilita' per i malati
oncologici, salve le indicazioni sull'utilizzo di modalita'
flessibili di lavoro da favorire nel caso in cui ricorrano le
patologie che richiedono terapie salvavita. Infatti, l'art. 2 del
decreto ministeriale prevede tra i casi di esclusione dall'obbligo di
reperibilita' le assenze eziologicamente riconducibili a «patologie
gravi che richiedono terapie salvavita.».
Piu' recentemente, con la circolare n. 5 del 2010 sono stati dati
indirizzi sullo specifico tema della responsabilita' connessa alla
violazione delle norme sulla presenza in servizio e sul rilascio di
certificati con particolare riguardo ai medici e con la circolare n.
1 DFP-DDI sono state diramante le indicazioni per l'avvio del sistema
di trasmissione telematica dei certificati.
Alcuni chiarimenti sono stati forniti, inoltre, nell'ambito di
pareri resi alle amministrazioni e pubblicati sul sito internet del
Dipartimento, sezione pareri e note circolari. In particolare, si
segnalano i pareri n. 53 del 2008 relativo al post ricovero, n. 1 del
2009 sull'individuazione di alcune voci ai fini della decurtazione
del trattamento economico previsto per il personale del comparto
regioni - enti locali, n. 2 del 2010 sull'obbligatorieta' delle
visite fiscali in caso di esenzione dalla reperibilita' del
dipendente.
Considerate le segnalazioni pervenute dalle amministrazioni e dai
dipendenti interessati, si ritiene opportuno richiamare l'attenzione
su alcuni aspetti applicativi delicati della disciplina.
Si raccomanda alle amministrazioni l'osservanza dell'obbligo di
attuare la decurtazione retributiva in caso di assenza per malattia,
secondo le indicazioni fornite nelle predette circolari n. 7 e 8 del
2008.
E' utile ricordare che per talune ipotesi e' stato previsto dalle
norme un regime di maggior favore. Infatti, l'art. 71, comma 1,
secondo periodo, del decreto-legge n. 112 del 2008 stabilisce che
«Resta fermo il trattamento piu' favorevole eventualmente previsto
dai contratti collettivi o dalle specifiche normative di settore per
le assenze per malattia dovute ad infortunio sul lavoro o a causa di
servizio, oppure a ricovero ospedaliero o a day hospital, nonche' per
le assenze relative a patologie gravi che richiedano terapie
salvavita.». Nel sottolineare la volonta' del legislatore di
salvaguardare situazioni particolari e delicate, si segnala che il
regime applicabile va ricavato da ciascun CCNL di riferimento. Dai
vigenti contratti si evince in generale l'esclusione delle assenze
riconducibili a queste cause dalla decurtazione e dal computo dei
giorni dal periodo di comporto, in qualche caso salvaguardando
espressamente pure «i giorni di assenza dovuti alle conseguenze
certificate delle terapie» (cfr.: CCNL comparto scuola 29 settembre
2007, art. 17, comma 9). Rimane fermo anche in questa sede quanto
gia' detto a proposito dell'esenzione dalla reperibilita' (cfr.:
parere n. 2 del 2010) ai fini dell'applicazione del regime di maggior
favore e, cioe', il dovere dell'amministrazione di esentare il
dipendente dalla decurtazione solo se per lo stesso sussiste la
relativa documentazione medica a supporto.
Si ricorda che il comma 1-bis dell'art. 71 menzionato, nel quale
era contenuta una disciplina speciale di deroga per il personale del
comparto sicurezza e difesa in relazione alle malattie conseguenti a
lesioni riportate in attivita' operative ed addestrative, e' stato
sostituito dal decreto-legge n. 78 del 2009, convertito in legge n.
102 del 2009. La novella riguarda, oltre che il personale del
comparto sicurezza e difesa, anche il personale del Corpo nazionale
dei vigili del fuoco. La norma attualmente prevede che «A decorrere
dalla data di entrata in vigore del presente decreto, limitatamente
alle assenze per malattia di cui al comma 1 del personale del
comparto sicurezza e difesa nonche' del personale del Corpo nazionale
dei vigili del fuoco, gli emolumenti di carattere continuativo
correlati allo specifico status e alle peculiari condizioni di
impiego di tale personale sono equiparati al trattamento economico
fondamentale.».
Per quanto riguarda le voci retributive da considerare ai fini
della decurtazione, considerati i quesiti pervenuti relativamente
alla retribuzione di risultato dei dirigenti, si precisa che la
stessa non e' soggetta a decurtazione. Essa infatti costituisce
l'emolumento volto a remunerare l'effettivo raggiungimento degli
obiettivi da parte del dirigente e viene corrisposta a consuntivo, in
esito all'apposito procedimento di valutazione. Tale voce retributiva
non puo' essere assimilata ad un'indennita' giornaliera, legata alla
presenza in servizio, poiche' viene corrisposta solo se e nella
misura in cui gli obiettivi assegnati risultino conseguiti e
l'attivita' svolta risulti valutabile a tal fine. Analogo
ragionamento vale per le voci corrispondenti previste anche per le
altre categorie di personale, compreso il personale ad ordinamento
pubblicistico, aventi la medesima natura.
Infine, si richiama ancora una volta l'attenzione sul regime
sanzionatorio vigente per le ipotesi di mancata osservanza della
normativa in materia di assenza per malattia gia' illustrato nelle
precedenti circolari n. 7 del 2009 e 5 del 2010.
Roma, 19 luglio 2010

Il Ministro per la pubblica
amministrazione e l'innovazione
Brunetta

mercoledì 28 luglio 2010

FEDERALISMO FISCALE: DECRETO SUI FABBISOGNI STANDARD

Al fine di individuare per comuni e province i fabbisogni standard èstato approvato in via preliminare dal Consiglio dei ministri del 22 luglio 2010 il decreto legislativo attuativo della legge delega n.42/2009.
Il decreto stabilisce in via provvisoria (fino all'entrata in vigore dellalegge specifica) le funzioni fondamentali dei Comuni e delle Province.
In particolare, per i Comuni le funzioni fondamentali comprendono le funzioni generali di amministrazione, di gestione e di controllo, polizia locale;istruzione pubblica, compresi asili nido e i servizi di assistenza scolastica,refezione ed edilizia scolastica; viabilità e trasporti e funzionidel settore sociale.
Per le Province le funzioni considerate fondamentali sono: funzioni generali di amministrazione, di gestione e di controllo,istruzione pubblica, compresa l'edilizia scolastica; trasporti; gestionedel territorio; tutela ambientale; funzioni nel campo dello sviluppo economicorelative ai servizi del mercato del lavoro.
Con il federalismo fiscale,la spesa relativa a queste funzioni sarà garantita attraverso tributi propri, compartecipazioni ed addizionali a tributi statali e regionalie la perequazione, che sostituiranno integralmente i trasferimenti statali.Con questo provvedimento "si interrompe quel vizio del nostro Paese che aveva trasferito risorse non in base alle effettive esigenze ma sullabase della spesa storica, così chi più spendeva, piùriceveva" ha dichiarato il ministro della Semplificazione, Roberto Calderoli nel corso di una conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri.
Il provvedimento verrà trasmesso alla Conferenza unificata, alla Commissione parlamentare per il federalismo ed alle Commissioni parlamentari per i rispettivi pareri.
Leggi Federalismo fiscale: decreto sui fabbisogni standard

mercoledì 7 luglio 2010

FEDERALISMO FISCALE: LE COSE FATTE E L’AGENDA CON I PROSSIMI APPUNTAMENTI


Con l'invio al Parlamento della prima relazione sull'attuazione del federalismo fiscale, il Governo entra nel vivo dell’attuazione di questa importanteriforma con una ricognizione rigorosa dei conti dei livelli decentratidi governo, effettuata sulla base dei lavori della Commissione tecnicaper il federalismo (Copaff).
La Relazione presentata dal ministro dell'EconomiaTremonti al Consiglio dei ministri del 30 giugno scorso offre un quadrodell’esistente e prospettive di una significativa razionalizzazione prima di dare il via ai decreti legislativi attuativi della delega, nelrispetto dei criteri enunciati dalla legge e con l’obiettivo di una radicale inversione di tendenza rispetto ai modelli fino ad oggi adottati per regolare i rapporti di spesa con gli enti decentrati.
Responsabilità,chiarezza, trasparenza dei conti ed individuazione delle inefficienze,prospettazione dei risparmi conseguibili, ma soprattutto indicazioni dinuovi metodi di razionalizzazione della spesa, sono i binari su cui il Governo imposta l’attuazione del federalismo fiscale che segna la tappa storica del passaggio dalla finanza derivante alla finanza responsabile.
Leggi Federalismo fiscale: la relazione al Parlamento

Tossicodipendenze in Italia: Relazione Annuale 2010

30 giugno 2o10

Nel 2009 i consumatori di droga in Italia sono diminuiti rispetto all'anno precedente. E' quanto emerge dalla Relazione annuale al Parlamento sull'uso di sostanze stupefacenti e sullo stato delle tossicodipendenze in Italia, messa a punto dal Dipartimento politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei ministri.
I motivi dell'inversione di tendenza nei consumi sono molteplici. Hanno contribuito tutte le azioni di prevenzione messe in atto sia a livello centrale che regionale, oltre alle nuove regole per il controllo, dai drug test per i lavoratori a rischio e per avere la patente ai test su strada e sicuramente la crisi economica, che ha ridotto gli acquisti di droga soprattutto per quei consumatori occasionali dello "sballo del fine settimana". Il calo dei consumi vale sia per la popolazione generale che per quella studentesca (15-19 anni) e si riferisce a tutte le sostanze stupefacenti. Negli ultimi 12 mesi, è da rilevare una diminuzione particolarmente significativa della cannabis nella popolazione generale, mentre per gli studenti diminuiscono tutti i consumi tranne quello di stimolanti. Per entrambe le categorie, si conferma la forte tendenza al policonsumo (piu' droghe o droga insieme ad alcol). Alla diminuzione dei consumi di droga, dunque, va in contro tendenza il consumo di alcol: l'assunzione quotidiana è aumentata, dal 2007 al 2010. Questo andamento contrapposto potrebbe trovare spiegazione nella minore capacità di spesa, soprattutto negli utilizzatori occasionali di sostanze stupefacenti, a causa della crisi economica e nella minore percezione del rischio per la salute rispetto alle droghe.
Leggi Tossicodipendenze in Italia

martedì 22 giugno 2010

Piano Anticaldo 2010 del Comune di Milano.Nessuno rimarrà solo

Forum by e-mail di Dino Dono su "Piano Anticaldo 2010 del Comune di Milano." Video
[TU COSA NE PENSI? Dillo a "Liberi Pensionati Radicali": info 388 3642614 oppure scrivere a:
Leonardo_donofrio@libero.it]
Civicum:Focus sui servizi agli anziani
Anche quest’anno il Comune organizza il Piano Anticaldo con l’obiettivo di alleggerire gli anziani da problematiche che d’estate si aggravano a causa dei disagi dovuti al caldo e della solitudine. Un momento in cui le istituzioni mettono in campo un sovrappiù di impegno e risorse a beneficio dei più deboli”. Lo ha detto il Sindaco Letizia Moratti, in Sala Stampa a Palazzo Marino, insieme con l’assessore alla Famiglia, Scuola e Politiche Sociali Mariolina Moioli e i partner che collaborano alla realizzazione di questa rete di sostegno estivo.
Presenti i rappresentanti di ASL, Milano Ristorazione, Telecom Italia, Milano Sport, Associazioni di volontariato e organizzazioni accreditate, ATM, AGIS, associazioni di categoria, Unione Artigiani, APA Confartigianato, EPAM, Centrale del Latte di Milano-Granarolo, SMA, Esselunga, Coop, testate giornalistiche, farmacie, Associazione Medici Volontari, gestori dei parchi cittadini.
“Il successo del Piano Anticaldo - ha proseguito Letizia Moratti - risiede nell’efficienza e nella qualità dei servizi, ma anche nella capacità di fare sistema per portare aiuto a chi ha bisogno. Ai servizi di assistenza naturalmente si aggiungono le attività ricreative. Ci sono molte iniziative, infatti, che rendono l’estate più facile e gradevole, come gli sconti per gli abbonamenti in piscina o per andare dal parrucchiere o ancora i pasti nei ristoranti cittadini o ancora la consegna del quotidiano a domicilio abbinato al pasto”.
Nel 2009, 2.123 anziani, considerati a rischio molto alto, sono stati presi in carico dal Comune di Milano; nel 2010 il numero è salito a 2.662. Il dato è fornito dall’Anagrafe della Fragilità, definita da ASL, composta da anziani di età superiore o uguale a 75 anni che vivono da soli e in condizione di difficoltà economica; questi due fattori vengono incrociati con i dati medici degli anziani, che a seguito di questa valutazione generale possono essere considerati a rischio basale, intermedio, alto o molto alto.
“I risultati raggiunti negli ultimi anni, in particolare nel 2009, consentono di confermare la centralità di questa iniziativa. Nel periodo 1 giugno – 20 giugno 2010 le richieste pervenute al numero verde 800.777.888 sono state 200, effettuate da un totale di 153 cittadini. Le prestazioni erogate nello stesso periodo dai Centri Multiservizi Anziani sono state 254.
“Nel periodo estivo vengono attivate risposte che si concentrano sulle persone fragili – ha proseguito Mariolina Moioli - facendo in modo che questi mesi particolari, per necessità e solitudine, diventino il momento del tempo ritrovato, della solidarietà e della prossimità. Proprio quando la città si spopola, i servizi si potenziano, così chi è solo trova aiuto, sostegno e compagnia. Il Piano Anticaldo rappresenta la risposta straordinaria ai mesi di particolare criticità, integrando i servizi che il Comune di Milano garantisce tutto l’anno alle fasce di popolazione più fragile”. A partire dal 2006 i servizi offerti con il progetto Estate Amica hanno avuto una crescita costante: tra il 3 giugno e il 6 settembre 2009 il Comune ha ricevuto 3.500 richieste al numero verde, e ha erogato circa 35.000 prestazioni offrendo, per esempio, quasi 15.000 pasti a domicilio. Negli ultimi quattro anni gli anziani che hanno ricevuto aiuto per l’igiene personale sono aumentati di oltre il 600 per cento, quelli che hanno avuto sostegno relazionale/compagnia del 350 per cento circa. In crescita anche i servizi di consegna pasti e giornali a domicilio, incrementati rispettivamente del 79 e del 46 per cento.
A questo numero si aggiungono le 39.000 prestazioni erogate dai Centri Multiservizi Anziani nel periodo 3 giugno - 4 settembre 2009, in risposta a 33.000 chiamate.
Come ogni anno, è possibile trovare informazioni relative al Piano Anticaldo sul sito del Comune e attraverso il materiale informativo diffuso in luoghi strategici della città, maggiormente frequentati dagli anziani.
Scheda Piano Anticaldo 2010
Sito Estate Amica 2010

sabato 19 giugno 2010

Roberto Formigoni: "Il Federalismo è senza copertura, lo dice il Governo"

Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Elio Vito, rispondendo martedì alla Camera a nome del Governo nel corso del "question time" ad una interrogazione sulla manovra finanziaria, ha affermato testualmente: "Per quanto concerne le eventuali ricadute sull'attuazione del federalismo fiscale, l'articolo 14, comma 2, del predetto decreto-legge prevede che le misure ivi stabilite non saranno prese in considerazione durante la fase di attuazione dell'articolo 8 della legge n. 42/09 in materia di federalismo fiscale. Il Ministero dell'Economia e delle Finanze ha espresso l'avviso che tale norma in ogni caso abbia carattere esclusivamente programmatorio, atteso che, se così non fosse, occorrerebbe o aumentare la compartecipazione delle Regioni ai tributi erariali (con conseguente necessità di reperire la correlata copertura finanziaria), o incrementare la pressione fiscale a carico dei cittadini in violazione dell'articolo 28 della stessa legge n.42 del 2009".
"Purtroppo queste affermazioni ufficiali - commenta il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni - sono l'esatto contrario rispetto alle rassicurazioni che il Governo e diversi ministri, a mezzo stampa, hanno più volte fornito alle Regioni negli ultimi giorni circa l'attuazione del federalismo fiscale".
"Se le affermazioni ufficiali del ministro Vito sono vere e non è neppure possibile ipotizzare il contrario - prosegue Formigoni - è purtroppo confermata la previsione pessimistica che vado avanzando da quando ho letto la manovra e cioè che il federalismo fiscale non ha più basi. Infatti Vito, citando il Ministero dell'Economia e delle Finanze, sostiene che le norme che dovrebbero garantire il federalismo fiscale hanno valore puramente programmatorio, cioè sono senza copertura finanziaria e dunque inutili e inefficaci".
"E' necessario - conclude Formigoni - che su questo punto fondamentale sia fornita al più presto la versione ufficiale, univoca e definitiva del Governo".
(Lombardia Notizie -18 giugno 2010 - Ln - Milano))

venerdì 4 giugno 2010

LE SCUOLE IN SICILIA INIZIERANNO IL 3 NOVEMBRE «STRANO MA VERO (!?!?)»

ULTIMORA!!! dalla Letterina, settimanale on line dell’ASAS Sicilia dal sito http://www.asas.sicilia.it/

Apprendiamo in quest’istante che l’assessore regionale Centorrino, sostenuto dall’assessore Strano, ha stabilito che il prossimo anno scolastico le lezioni inizieranno il 3 novembre, per permettere agli studenti, non solo di trascorrere serenamente quattro mesi in pensione completa con le famiglie negli alberghi siciliani, ma anche di prepararsi adeguatamente alla ricorrenza dei Morti, in Sicilia particolarmente sentita.
La Regione dunque non approva la proposta del Ministro di rinviare
l’inizio al 1° ottobre, perché ritiene che gli studenti siciliani
siano troppo preparati.
Vuole portare a 160 i giorni di lezione, invece di 200, in modo da favorire anche i gestori di videopoker, le discoteche e le strutture di calcetto. Le mamme siciliane si sono mostrate felici dell’iniziativa degli arguti assessori, così finalmente i figli potranno passare il tempo nella strada, invece che a studiare.
Mentre Centorrino e Strano proponevano la delibera, nella sala
della Giunta, si associava all’iniziativa l’assessore all’Energia Pier Carmelo Russo, che magnificava il valore dell’otium e del tempo libero: infatti, lui si è messo in pensione a 47 anni, alla Regione, con una pensione di soli 6.500 euro.

Mentre gli assessori lavoravano nell’interesse degli studenti, sotto i loro balconi 22.000 precari degli Enti Locali festeggiavano la scadenza del loro contratto, così anche loro avrebbero avuto molto tempo libero.

Nel corso della gioiosa giornata si associavano ai festeggiamenti anche 1.200 operai della FIAT di Termini, 200 tecnici dell’ITALTEL, 3.00 precari della SPO che erano felici di non ricevere stipendio da febbraio, così dalla prossima settimana anche loro potranno dedicarsi ai loro hobby preferiti e non andranno a lavorare nelle scuole.

Nonostante le acclamazioni della piazza, gli assessori si sono un po’ infastiditi per il rumore, ma poi hanno finito la riunione dicendo: “tanto questi siciliani, anche se noi ci pensioniamo da nababbi con la scusa del papà che sta male, e loro li lasciamo disoccupati e ignoranti, sempre per noi continuano a votare!”
R. T.

giovedì 3 giugno 2010

Manovra economica del Governo, i dati ufficiale dei tagli: regioni -13%

«La manovra economica 2011-12 approvata dal governo complica la realizzazione del federalismo fiscale»

Regione Lombardia, che è capofila delle Regioni per le materie finanziarie, fa conoscere i dati relativi alla manovra economica del Governo e il peso della manovra sui diversi comparti dello Stato (Comuni, Province, Regioni, Governo nazionale).
Tali dati sono ricavati dalla lettura del testo ufficiale del provvedimento, reso noto alcuni giorni fa.
La manovra, nel biennio 2011-2012, prevede tagli di spesa complessivi per 27 miliardi (10,2 + 16,8) su un totale di spese di 1.210 miliardi, pari ad una percentuale media del 2,23%. I tagli sono così ripartiti:
- COMUNI: 4 miliardi (1,5 + 2,5) su una spesa nel biennio di 126 miliardi, pari al 3,17%;
- PROVINCE: 800 milioni (300 + 500) su una spesa nel biennio di 26 miliardi, pari al 3,07%;
- REGIONI A STATUTO ORDINARIO: 8,5 miliardi (4 + 4,5) su una spesa nel biennio di 64 miliardi, pari al 13,28%;
- REGIONI A STATUTO SPECIALE: 1,5 miliardi (0,5 + 1) su una spesa nel biennio di 36 miliardi, pari al 4,16%;
- STATO: 11,7 miliardi (3,4 + 8,3) su una spesa nel biennio di 960 miliardi, pari all'1,22%.

Questi dati ufficiali confermano quanto il presidente Errani e il presidente Formigoni hanno sostenuto nei giorni scorsi e cioè che la manovra pesa in maniera eccessiva sulle Regioni e in misura del tutto sproporzionata rispetto agli altri comparti dello Stato.
E' anche evidente che se la manovra non sarà modificata la realizzazione del federalismo fiscale diverrà molto complicata.
Il presidente Formigoni nei giorni scorsi aveva comunque sottolineato il fatto che la manovra è necessaria e aveva ribadito che il federalismo fiscale è anch'esso assolutamente necessario, urgente e indifferibile perché è responsabilizzante.

lunedì 31 maggio 2010

I detenuti del carcere Bollate riciclano i rifiuti elettronici

Scontare una pena in carcere non significa per forza di cose stare rinchiusi in una cella piccola e stretta. A Bollate, infatti, una quarantina di detenuti o ex detenuti, entro 18/24 mesi, avranno una possibilità di riscatto in più. E' quella prevista dal progetto "Raee" (acronimo di rifiuti apparecchiature ed elettroniche) presentato questa mattina dall'assessore regionale all'Ambiente, Energia e Reti, Marcello Raimondi che, su delega del presidente Roberto Formigoni, ha illustrato i contenuti del Protocollo d'Intesa sottoscritto con il Provveditorato regionale dell'Amministrazione Penitenziaria e l'Amsa. Erano presenti anche il sindaco di Milano, Letizia Moratti, il sottosegretario alla Giustizia, Giacomo Caliendo, il provveditore regionale dell'Amministrazione penitenziaria, Luigi Pagano e il presidente Amsa, Sergio Galimberti.In pratica, Regione Lombardia finanzia con 2 milioni di euro la realizzazione del capannone dove i detenuti (a regime saranno circa 120) avranno la possibilità di lavorare al recupero di tali apparecchiature. L'Amsa da parte sua finanzia il progetto con 800mila euro e si occuperà della gestione delle parti "importanti" recuperate e dell'attività di formazione.
"Finanziamo questo progetto - ha detto Raimondi - riconoscendone la funzione sociale e ambientale che lo caratterizza. Regione Lombardia, che tra l'altro ha una propria legge a favore del reinserimento lavorativo, riconosce la preziosità dell'attività che svolgeranno queste persone". L'Unione europea prevede uno smaltimento annuo pro capite di tali rifiuti di circa 4 kg, numeri che saranno raggiunti più facilmente anche grazie a questo intervento. "E' il primo caso in Italia - ha sottolineato Raimondi - e forse anche in Europa e per questo ne siamo ancora più orgogliosi. Inoltre questo è un trattamento che richiede competenze non indifferenti, chi le acquisirà sarà, dunque anche facilitato nel trovare un impiego una volta scontata la pena".
I rifiuti elettronici derivano dalla dismissione di attrezzature di comune uso, sia in ambito domestico che professionale, come personal computer, cellulari ed elettrodomestici che, se non opportunamente trattati, possono essere molto pericolosi per l´ambiente a causa delle sostanze che contengono, quali mercurio e piombo. Gli stessi rifiuti sono invece composti anche da materiali preziosi - quali ad esempio argento, oro, rame, nichel e platino - che costituiscono una risorsa se recuperati.L'iniziativa intende favorire un'alternativa più efficace, più economica e socialmente utile come integrazione ai tradizionali metodi di raccolta. L'esperienza di Bollate servirà, inoltre, a valutare l'opportunità di estendere l'attività di agevolazione della raccolta e recupero ad ulteriori tipi di rifiuti, nonché la possibilità di replicarne l'efficacia in altri istituiti penitenziari della Lombardia. "Questa esperienza progettuale - ha concluso Raimondi - rappresenta dunque un'importante opportunità di reinserimento sociale, coniugata a un'occasione concreta di tutela dell'ambiente nel rispetto delle logiche di welfare sociale della politica regionale lombarda, e conferma il primato della Lombardia come Regione più 'riciclona' in Italia".
(Lombardia Notizie 31 maggio 2010 Ln - Milano))

martedì 25 maggio 2010

A Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni attribuzione, a titolo non oneroso parte del demanio pubblico


Il federalismo demaniale ridisegna la mappa del territorio


Il Consiglio dei Ministri, nella riunione del 20 maggio 2010, ha approvato (su proposta dei Ministri Tremonti, Bossi, Calderoli, Fitto e Ronchi)

Il Governo raggiunge un'altra tappa verso il federalismo:il Consiglio dei Ministri, nella riunione del 20 maggio 2010, ha approvato il primo decreto legislativo di attuazione della legge sul federalismo fiscale.
Il decreto, in attesa di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, individua e attribuisce, a titolo non oneroso, a Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni parte del demanio pubblico. Divieto di alienazione per gli enti locali con le finanze in dissesto.

lunedì 10 maggio 2010

« Pro-memoria per i nuovi assessori-ministri regionali dell' Istruzione»


IUniScuoLa:«IL Ministero della Pubblica Istruzione,gli Uffici Scolastici Regionali e Provinciali e le Direzioni degli Istituti Scolastici non possono continuare a ignorare le legittime aspettative dei diversamente abili»

Dossier del 7 maggio 2010

Criteri e modalità per la ripartizione delle disponibilità del Fondo per il diritto al lavoro dei disabili
È stato pubblicato nella GU n. 104 del 6 maggio 2010 il decreto che definisce i criteri e le modalità per la ripartizione fra le regioni e le province autonome delle disponibilità del “Fondo per il diritto al lavoro dei disabili”, istituito dall'art. 13, comma 4, della legge 12 marzo 1999, n. 68.
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Documenti
DECRETO 4 febbraio 2010
Criteri e modalità per la ripartizione delle disponibilità del Fondo per il diritto al lavoro dei disabili. (10A05184)
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Legge 3 marzo 2009, n. 18
"Ratifica ed esecuzione della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilita', con Protocollo opzionale, fatta a New York il 13 dicembre 2006 e istituzione dell'Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilita"
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Legge 9 gennaio 2004, n. 4
"Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici" pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 13 del 17 gennaio 2004
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Diritto al lavoro dei disabili, prospetto informativo
Entro il 31 gennaio 2009 i datori di lavoro pubblici e privati che occupano almeno quindici dipendenti, soggetti alle norme sul collocamento dei disabili, devono inviare, obbligatoriamente in via telematica, un prospetto informativo riguardo alla loro situazione occupazionale, con dati aggiornati al 31 dicembre dell’anno precedente.
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Giornata Internazionale dei diritti delle persone con disabilità
Il 3 dicembre si celebra la “Giornata internazionale delle persone con disabilità”, che ha lo scopo di promuovere la diffusione dei temi della disabilità, di mobilitare il maggior sostegno possibile per la dignità, i diritti e il benessere delle persone disabili, e di accrescere la consapevolezza dei vantaggi che possono derivare dall’integrazione delle disabilità in ogni aspetto della vita sociale, come stabilito dal “Programma di azione mondiale per le persone disabili”, adottato nel 1982 dall’Assemblea generale dell’ONU.
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Trasporto aereo, diritti dei passeggeri disabili
Le persone disabili o con mobilità ridotta devono poter viaggiare in aereo usufruendo, come tutti gli altri cittadini, dei diritti alla libera circolazione, alla libertà di scelta e alla non discriminazione. Questo il principio cui si ispira il Regolamento (CE) n. 1107/2006, relativo ai diritti dei disabili nel trasporto aereo, per la cui violazione il decreto legislativo 24/2009, in vigore dall’8 aprile 2009, prevede una specifica disciplina sanzionatoria.
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Agevolazioni fiscali per i disabili
L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato una Guida alle agevolazioni fiscali per i disabili.
In base all’attuale normativa, le principale agevolazioni riguardano:
Figli a carico
Veicoli
Sussidi tecnici e informatici
Spese sanitarie
Assistenza personale
Abbattimento barriere architettoniche
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Fonte
Governo Italiano - Presidenza del consiglo dei Ministri

sabato 1 maggio 2010

.La Lombardia è pronta per una nuova legge sull’autonomia

DIBATTITO SCUOLA/di Eugenio Gotti Link Il sussidiario

Rispondo volentieri alle domande poste nell’ultimo intervento da Marco Campione, il quale però mi attribuisce meriti che con tutta evidenza non ho e non potrei avere. Le politiche scolastiche di Regione Lombardia sono merito e responsabilità della Regione stessa e non di chi, come il sottoscritto, contribuisce alla loro attuazione con un mero supporto tecnico esterno.
Resto quindi sul un piano tecnico nel rispondere alle ultime considerazioni di Campione, che considero significative per molti temi: il dibattito sulla parità scolastica, l’autonomia delle scuole, il ruolo della “istruzione e formazione professionale” nel sistema educativo.

Iniziamo a riportare la proposta del presidente Formigoni dell’albo regionale dei docenti nel suo contesto esatto, che non è quello della discriminazione dei docenti meridionali - la residenza non è infatti condizione per l’iscrizione all’albo - ma quello della piena autonomia scolastica. Come ha ben evidenziato l’articolo di Cominelli, l’albo, a differenza delle graduatorie, porta con sé la conseguenza che siano le scuole a scegliere i docenti. L’accento quindi è da porre sulla parola “albo” e non sulla parola “regionale”.
Sono anni che la Lombardia, in buona compagnia di diverse realtà di ricerca e di rappresentanza professionale, chiede di giungere ad una reale autonomia della scuola statale, perché essa possa configurarsi come comunità professionale con caratteristiche di impresa culturale.
In questa prospettiva la selezione diretta, la titolarità giuridica ed economica del rapporto di lavoro del personale sono aspetti imprescindibili dell’autonomia, così come lo è la piena gestione economica di tutto il bilancio.

Il finanziamento di tale scuola autonoma sarebbe commisurato innanzitutto in rapporto al numero di studenti, al tipo di scuola e alla sua collocazione. Il reclutamento avverrebbe tramite concorso, come d’altronde già oggi avviene per le autonomie locali.
Per raggiungere questi obiettivi una legge regionale è palesemente insufficiente. Vi è in effetti nel Capo III della legge regionale 19 del 6 agosto 2007 la previsione di conferire piena autonomia alla scuola, ma essa si attiverebbe esclusivamente nel caso di trasferimento alla Regione delle istituzioni scolastiche autonome “ai sensi di accordi nazionali per l'adeguamento dell'ordinamento della Repubblica al Titolo V della Costituzione”.
A tutt’oggi è quindi necessaria una legge nazionale che modifichi il regolamento dell’autonomia scolastica, lo stato giuridico degli insegnanti, le modalità di reclutamento
Leggi tutto DIBATTITO SCUOLA/ La Lombardia è pronta per una nuova legge sull’autonomia

venerdì 30 aprile 2010

“Caro Berlusconi, giù le tasse”

da il FOGLIO QUOTIDIANO 29 aprile 2010 di Claudio Cerasa
«...ora tocca al ministro Tremonti dire se vuole trovare assieme a noi delle buone idee per migliorare il nostro paese»

Caro Berlusconi, giù le tasse”
La spesa pubblica? Da tagliare. Il fisco? Da rivoluzionare. Il federalismo? Da approvare. Il responsabile Economia del Pd presenta tre proposte per firmare con la maggioranza un patto sull’economia
La spesa pubblica da tagliare, il fisco da rivoluzionare e il federalismo da approvare. Eccole le tre proposte choc di politica economica che nei prossimi giorni arriveranno sulla scrivania del segretario del Partito democratico, Pier Luigi Bersani. Tre proposte concepite “con l’idea di creare una nuova cultura economica del centrosinistra” e anticipate dal responsabile del settore del Partito democratico, Stefano Fassina, in questa intervista al Foglio. “Per il bene dell’Italia, deve essere responsabilità del maggior partito dell’opposizione uscire fuori dal chiacchiericcio quotidiano della politica inconcludente e prendersi la responsabilità di fare delle proposte alla maggioranza per far funzionare meglio il nostro paese.

In una fase legislativa potenzialmente costruttiva caratterizzata da tre anni senza grandi elezioni, al di là dei preoccupanti scazzi interni alla maggioranza, bisogna avere il coraggio di incalzare quanto più possibile il governo su alcuni temi che per noi sono cruciali. La politica economica, in questo senso, è un terreno sul quale occorre confrontarsi in modo sereno e il prima possibile; ed è proprio per questo che crediamo sia giunto il momento di rompere alcuni tabù della nostra storia e mettere in gioco le nostre idee, anche a costo di scontentare qualcuno”.

Negli ultimi tempi, molti dirigenti del Partito democratico si sono convinti che la scarsa percezione di solidità della leadership di Bersani sia stata legata soprattutto a una difficile gestione della materia principale del bersanismo: ovvero l’economia. I temi economici erano stati gli argomenti attraverso i quali il segretario del Pd aveva promesso, all’inizio del suo mandato, che avrebbe incalzato il più possibile la maggioranza; ma fino a oggi le prove di forza del Pd su questa materia sono state obiettivamente poco incisive. “Abbiamo commesso alcuni errori – riconosce Fassina – e va ammesso che non siamo stati sempre abili a far emergere la nostra identità su temi delicati come quelli economici. Fatta questa riflessione, credo sia arrivato il momento di disegnare e progettare per il nostro partito una nuova cultura economica, capace di essere una sintesi perfetta delle nostre tradizioni e una buona rielaborazione delle esigenze del nostro elettorato. Ebbene, per un paese economicamente e socialmente evoluto come l’Italia, è inutile nascondere che in questo momento, per sostenere la crescita, una rivoluzione fiscale è tra le priorità”.

Fassina ha letto con attenzione la proposta formulata la scorsa settimana su questo giornale dall’Ingegnere Carlo De Benedetti per abbassare le tasse, ed è proprio dalle parole dell’editore del Gruppo Espresso che inizia il ragionamento. “Bisogna smettere di credere che la questione dell’abbassamento delle tasse sia soltanto una fissa degli integralisti del liberismo. Non è così. Conosciamo perfettamente i dati che ci arrivano costantemente dall’Ocse ed è sciocco nascondersi: oggi l’Italia è ai primi posti nel mondo per pressione fiscale e a questo, come notava giustamente De Benedetti, va aggiunto che i lavoratori italiani hanno una delle più pesanti tassazioni europee sulle proprie buste paga. E allora: come si fa a rilanciare la propensione al consumo degli italiani, dando loro la certezza di guadagnare di più, subito e in prospettiva? Abbassando, quanto possibile, le imposte”. Fassina entra nel merito della sua proposta. “La riforma fiscale che abbiamo in mente, e di cui parleremo sia al presidente della Repubblica sia al presidente del Consiglio, deve premiare i produttori, i lavoratori, i professionisti – artigiani e commercianti – e naturalmente gli imprenditori; deve fare in modo di recuperare la progressività, semplificando gli adempimenti (dove per adempimenti si intendono dichiarazioni fiscali e pagamenti delle imposte), ossia rendere meno onerosa per il contribuente la fedeltà fiscale. Si deve dunque spostare il prelievo da chi paga a chi non paga, dai redditi da lavoro e impresa alla rendita e al patrimonio, dalle attività green e sostenibili alle attività black e dannose per l’ambiente.

Piccolo particolare da non sottovalutare: data la nostra condizione di finanza pubblica, e dato lo scenario accidentato che ci ritroviamo di fronte a noi, il vincolo per poter dar vita a questa riforma è la neutralità in termini di indebitamento. In sostanza, il carico fiscale pro capite sul lavoro e sull’impresa – ovvero Irpef, Ires e Irap – deve scendere in relazione all’emersione di basi imponibili, e al contributo di altre fonti di entrata e alla riduzione (e riqualificazione) della spesa pubblica”. Ovvero: “Niente riforma fiscale se non si ridiscute, oltre al recupero di evasione, sul modo in cui viene gestita, e spesso sperperata, la spesa pubblica”. “Il baricentro della riforma – continua Fassina – è la tassazione dei redditi, di tutti i redditi, con un’aliquota di riferimento al 20 per cento. Per quanto riguarda l’imposta sul reddito delle persone fisiche, oggi al 23 per cento, è necessario che la prima aliquota venga immediatamente abbassata di tre punti.

Non solo. Il limite del primo scaglione di importo andrebbe innalzato, e contemporaneamente andrebbero ridisegnati gli scaglioni residui per sostenere i redditi delle classi medie diminuendo il numero delle aliquote: cinque sono davvero troppe. Infine, per semplificare il fisco, e su questo sono d’accordo con il ministro Tremonti, si dovrebbe disboscare la giungla di deduzioni e detrazioni riconducendola a razionalità”. Altro punto della riforma proposta da Fassina: “Per il lavoro femminile e la famiglia, andrebbe invece introdotta una consistente detrazione fiscale ad hoc per il reddito da lavoro delle donne che si trovano in nuclei familiari formati almeno da tre figli minori. Gli assegni familiari e la detrazione per figli a carico andrebbero superati assegnando un bonus famiglia di 3.000 euro all’anno per ogni figlio – a cominciare dalla fascia 0-3 anni – da estendere anche ai lavoratori autonomi e ai professionisti. E proprio ai lavoratori autonomi e professionisti, quelli che si trovano al di sotto dei 70 mila euro di fatturato annui, andrebbe offerta la possibilità di evitare gli studi di settore e scegliere un’imposta sul reddito di cassa, al 20 per cento, che sia sostitutiva di Irpef, dell’Iva, e dell’Irap. Infine, per chiudere il cerchio dell’armonizzazione del prelievo, i redditi da affitto e i redditi da capitale andrebbero sottoposti a imposta del 20 per cento, e il relativo gettito destinato alla fiscalità comunale. La service tax proposta dal ministro Calderoli ha un impatto troppo regressivo”.

Gli studi di settore, come è noto, sono uno strumento introdotto nel 1998 dall’allora ministro delle Finanze Vincenzo Visco. Il loro compito è quello di raccogliere un insieme di dati che caratterizzano l’attività in cui operano le imprese, con l’obiettivo di valutare la capacità reale di produrre reddito. Uno strumento che secondo Fassina – che di Visco è stato collaboratore e che con Visco lavora all’interno della fondazione Nens – oggi “è sinonimo di un’insostenibile carico fiscale e contributivo per una parte consistente della platea di lavoratori autonomi, e di giovani professionisti, e per questo andrebbe rapidamente abolito”. L’aggettivo “insostenibile” Fassina non lo usa in maniera casuale. Il responsabile del settore economico del Partito democratico, infatti, riconosce che, tra i tanti tabù di cui si deve liberare un partito che ambisce a diventare una valida alternativa all’attuale maggioranza, ce n’è uno che riguarda una “drammatica percezione”: quella che il centrosinistra sia il partito delle tasse.

“Sì: il centrodestra fa davvero poco per dimostrare di non essere il partito che aiuta gli evasori – e il caso dei condoni resta a mio avviso una scelta politica che non potrà mai essere apprezzata da un vero partito di centrosinistra – ma dall’altra parte una realtà riformista come la nostra non può dimenticare che la storia dell’Italia dimostra che in molti casi l’evasione fiscale, oltre che patologica, è stata anche condizione di sopravvivenza di una parte consistente del pulviscolo di imprese individuali e delle moltitudini di lavoratori autonomi. Per questo, bollare come ‘ladri’ gli evasori, come fanno invece troppe persone a sinistra, è un’assurda generalizzazione; astrattamente condivisibile, ma sbagliata sul piano etico e perdente sul piano politico: perché mette insieme l’artigiano stressato da quattordici ore di lavoro al giorno, e costretto all’evasione per rimanere – o, almeno, illudersi di essere – nelle ultime file delle classi medie e l’imprenditore con yacht e case per le vacanze sparse per l’Italia che magari evade le tasse solo per profondo egoismo sociale. Parliamoci chiaro – dice Fassina – c’è davvero qualcuno convinto che la spaventosa pressione fiscale che si ha in Italia – con aliquota individuale massima al 43 per cento contro una media del 35,7 per cento nel resto dell’Europa – sia utile alla crescita e al benessere del paese? Sinceramente, io credo di no”.

Dall’altro lato, dice ancora il dirigente romano del Pd, bisogna tentare in tutti i modi di riportare alla normalità europea l’evasione fiscale. “Sì, è questa la vera condizione per la riduzione del prelievo pro capite. Diciamolo in sintesi: potenziamento delle banche dati, tracciabilità dei pagamenti, accesso dell’Agenzia delle entrate alle informazioni bancarie. In più, a mio avviso, andrebbe messa in Costituzione l’impossibilità di fare condoni, o almeno andrebbe prevista una maggioranza qualificata (ad esempio dei due terzi) per attuarli in caso di estrema necessità”.

Fassina torna poi a ragionare su uno dei punti chiave della proposta fatta da De Benedetti su questo giornale. “Ha ragione l’Ingegnere quando dice che ridurre il peso del fisco sul lavoro si deve e si può. Per quanto riguarda le imprese, dalla base imponibile Irap, imposta ingiustamente odiata dai ‘piccoli’ perché grava all’80 per cento sulle società di capitali, come evidenzia un recente studio di Confartigianato, andrebbe eliminato del tutto il costo del lavoro. Inoltre, per favorire l’innovazione, andrebbe cancellato l’oppressivo ‘click day’ (un meccanismo che ponendo un tetto al credito di imposta che di fatto svuota l’incentivo) e ripristinato in pieno il credito di imposta per le spese in ricerca e sviluppo e per gli investimenti nel Mezzogiorno. Aggiungo che nell’attuale emergenza andrebbe sospeso il limite del 30 per cento alla deducibilità Ires degli interessi passivi (interessi che non possono penalizzare un’azienda che in una fase di crisi generale non fa utili). In prospettiva, si potrebbe persino arrivare a eliminare l’imposta sulle società e tassare il reddito esclusivamente in capo ai soci”.

Detto in altre parole, Fassina vuole dire che se una società non ridistribuisce gli utili ma investe nell’azienda quanto guadagnato, ecco, le tasse non le deve pagare. “In più, altro particolare da considerare con attenzione, la detrazione fiscale del 55 per cento, introdotta nel 2006, per le ristrutturazioni edilizie eco-sostenibili andrebbe resa permanente: era una buona idea dell’ultima legge finanziaria ma è stata troppo presto dimenticata”.
Una “cattiva idea” avuta invece dai compagni di partito è, secondo Fassina, la proposta presentata alla Camera da Cesare Damiano la scorsa settimana, quando l’ex ministro del Lavoro, nel corso dei lavori in Aula, ha invocato un’introduzione di un “contributo fiscale di solidarietà” sui redditi superiori a 200 mila euro annui. Motivo? Prolungare da dodici a ventiquattro mesi la cassa integrazione ordinaria. “Non dobbiamo cadere nella trappola del tax and spend – commenta Fassina – del partito che per poter svolgere con correttezza le sue politiche di welfare ricorre alle tasse. Posso dire senza problemi che è stato sbagliato quanto ha fatto il gruppo del Pd alla Camera, proponendo di aumentare le imposte sui redditi più elevati per coprire l’estensione della cassa integrazione. Il bisogno di introdurre altre tasse sinceramente io non lo vedo proprio”.

All’interno della proposta democratica di rivoluzione fiscale, c’è poi un particolare che va tenuto in considerazione dalla maggioranza. Riguarda il federalismo: “Sono convinto – sostiene il responsabile dell’Economia del Pd – che il governo commette un grosso errore quando, portando avanti una poco comprensibile politica dei due tempi, ripete che una riforma fiscale può essere fatta soltanto dopo il federalismo. Non è così. La ruota dei decreti attuativi del federalismo fiscale, lo sappiamo tutti, ha iniziato a girare da mesi: la commissione tecnica presso il ministero dell’Economia e la commissione Bicamerale sono al lavoro su questo terreno da settimane, e il Pd – questo deve essere chiaro – non avrebbe grandi problemi a discutere le proposte portate in commissione sia dalla Lega sia dal Pdl. Ma a condizione che si capisca urgentemente una cosa fondamentale: la rivoluzione fiscale non può che avvenire simultaneamente alla rivoluzione federalista del nostro paese: non si può sfiorare la tassazione territoriale senza una visione generale della riforma complessiva del fisco. Per questo – dice ancora Fassina – è necessario allargare il lavoro della commissione Tecnica e della commissione Bicamerale per affrontare insieme almeno l’impalcatura del disegno fiscale generale. Subito, senza rinviare. Esistono gli spazi istituzionali e le convergenze politiche per arrivare – su un punto cardinale della Costituzione materiale del paese – a soluzioni ampiamente condivise, e sarebbe sciocco buttare questa grande occasione che abbiamo: migliorare la vita dei nostri cittadini”.

Fassina dice di non considerare affatto scontato un dialogo con la maggioranza su un tema delicato come quello del fisco; ma su un altro terreno politico è invece convinto che si possa raggiungere qualche risultato immediato, anche piuttosto in fretta. “In campo europeo, dobbiamo ammetterlo, spesso le iniziative del ministro Tremonti sono largamente condivisibili. Per quanto riguarda il caso Grecia, la posizione del governo italiano è giusta e va sostenuta. E proprio sul terreno della politica europea sono convinto che sia arrivato il momento di aprire con la maggioranza un confronto. L’obiettivo prioritario, verso il quale il Parlamento dovrebbe lavorare unito, è quello di promuovere una governance di politiche comune in Europa. I seicento milioni di euro messi in gioco dalle Casse depositi e prestiti europee con il così detto ‘Fondo Marguerite’ – ottima iniziativa voluta dal ministro Tremonti – sono utili ma sono ancora insufficienti. Dobbiamo lavorare, insieme ai partner comunitari, a un ‘piano europeo per il lavoro’”.
Secondo Fassina, sarebbe poi utile insistere, in sede europea e Ocse, per trovare una soluzione per contrastare il tax dumping. “La competizione fiscale al ribasso praticata da molti paesi europei dell’est è una vera e propria forma di concorrenza sleale per i mercati dell’Unione europea e va risolta.

Credo infine che l’Italia, in stretta relazione con i pochi altri paesi europei consapevoli della necessità di regole globali per evitare serie regressioni protezioniste, dovrebbe premere affinché in ambito europeo, nel G20 e nel Wto si valuti un’ipotesi di border tax adjustment. Ovvero di una tassazione sull’import di prodotti e servizi irrispettosi di standard sociali e ambientali minimali – come capita per esempio con troppi beni provenienti dalla Cina. La nostra disponibilità a discutere di tutto questo c’è: ora tocca al ministro Tremonti dire se vuole trovare assieme a noi delle buone idee per migliorare il nostro paese”.

Il responsabile del settore Economia e Lavoro del Partito democratico si chiama Stefano Fassina, ha quarantaquattro anni, fa parte della segreteria del Pd ed è direttore scientifico dell’associazione Nens. Fassina è uno dei collaboratori più stretti del segretario del Pd Pier Luigi Bersani. Dal 1996 al 1999 è stato consigliere economico del ministero del Tesoro (ai tempi di Carlo Azeglio Ciampi). Dal 2000 al 2005 ha lavorato a Washington al Fondo monetario internazionale. Dal 2006 al 2008 ha lavorato con Visco al ministero dell’Economia e delle Finanze.

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